Verso gli anni ’90 un gruppo di ragazzi appassionati di Dungeons & Dragons e giochi da tavolo organizzano un evento per conoscere e coinvolgere tanti altri ragazzi appassionati come loro. E se al momento non sembrava più di una qualche giornata passata a immaginare stregoni malvagi da affrontare con spade magiche, questo evento segna l’inizio della storia dell’Associazione Culturale Lokendil che, fondata nel 1994, vive ancora fiera. Prima però un passo indietro.

Come accade spesso nella vita di un grande appassionato, le storie migliori iniziano da piccoli dettagli. In una chiacchierata con Lorenzo Armezzani, primo presidente dell’A.C. Lokendil, egli racconta che la sua passione per il GDR (Gioco di Ruolo) nasce da un manuale di gioco che gli era stato regalato e da qualche chiacchiera fra amici. Il gruppo di amici poi ne conosce un altro, sempre appassionato e poi saltano fuori altre persone che giocano avventure fantasy, magari dentro una cantina fra bottiglie di vino e poster tolkeniani. Nasce allora l’idea di raccogliere tutti questi appassionati e di celebrare questo interesse in comune in un evento cittadino, la Convention numero zero, la prima, nel 1991.

Sono anni in cui il GDR era un interesse di nicchia, non erano molti a conoscerlo o ad interessarvisi, ma potenzialmente questa rarità favoriva una grande sinergia fra gruppi di giocatori anche di altre città, così nascevano collaborazioni, gemellaggi e amicizie.

1992, 1993, 1994… il 30 Settembre del 1994 la decina di ragazzi che fino a quel momento avevano organizzato la Convention fabrianese costituiscono l’Associazione Culturale Lokendil. Il logo attuale viene progettato nel 2001, anche se non è mai mancato nelle immagini dei manifesti della Convention. Esso è un drago su una roccia, liberamente ispirato ad un’illustrazione trovata in un manuale; il nome invece racchiude in se tutto ciò che l’associazione si propone di portare nel cuore. La lingua di provenienza è l’elfico di Tolkien – nel gruppo c’era chi lo studiava per passione – e il nome deriva da due parole: “Loke” e “Dili” ovvero Amici del Drago.

L’associazione parte alla grande: ha una sede in centro città e si tiene aperta a turni. In questo modo molti, anche fra le nuove generazioni hanno l’opportunità di avvicinarvisi, inoltre essa gode del sostegno del Comune e quindi ha l’opportunità di crescere serena. Il fatto che molte
fra le più suggestive avventure vengano giocate la sera alla luce delle candele con tanto di grida di battaglia viene paradossalmente accettata di buon grado dai vicini di casa – polizia compresa – che cominciano a considerare questi ragazzi nerd come delle sentinelle della zona. Una, due, tre generazioni si susseguono nella sede in affitto al Concentriamoci, sede sostenuta, come prima detto, dal Comune della città, finché l’associazione non si vede costretta dall’amministrazione a dover affrontare le spese da sola.

Come in ogni storia si arriva dunque al momento di crisi: si è costretti ad abbandonare la sede, non vi è più un luogo di riferimento aperto a qualsiasi ora per ospitare curiosi giocatori ed avventure notturne. I membri della Lokendil si ritrovano in uno stato di diaspora, si ritorna un po’ alla situazione iniziale dove sembra che ci si divida in piccoli gruppi e ognuno si organizzi indipendentemente a casa propria, ma nonostante questo, la voglia di sentirsi forse parte di qualcosa di più grande o di avere l’occasione di condividere quel moto di orgoglio e passione che si prova nel dire: “gli lancio una palla di fuoco!”. Questa rarità, di cui si parlava inizialmente, spinge i membri sparsi della Lokendil ad organizzare imperterriti ogni anno la Convention e a tenersi in contatto.

E così l’associazione non solo non si scioglie, ma prima di tutto si tiene attiva! Così si arriva all’attuale convention, la FabCon – forse l’evento culturale più longevo che la città di Fabriano possiede e ben quattro generazioni di giovani e meno giovani nerd al suo interno.

Attualmente l’associazione ha fatto enormi passi in avanti – innanzitutto ritrovando una sede fissa – e poi cercando di approfondire il discorso del GDR anche in altri ambiti: letteratura, educazione, arti.
Sì, perché attualmente il mondo del gioco è molto più discusso che non venti anni fa e sono molti gli studiosi che vi si approcciano, pertanto attraverso gli eventi interni alla FabCon si cerca di sensibilizzare anche il resto della cittadinanza, oltre agli appassionati, a quello che il giocare significa: collaborazione, gruppo, immaginazione, strategia. Concetti evidentemente validi se gli Amici del Drago dopo venticinque anni continuano ancora a ritrovarsi e stare insieme.